Il Tetto

Progetti e attività

Itaca e gli esami

Settembre 2015: ci siamo ritrovati a fare riunione, noi, tutti coinvolti in questa nuova avventura chiamata Itaca.

Eravamo un po’ spaesati, non sapevamo bene cosa sarebbe stato realmente, sapevamo solo che avremmo aperto un Gruppo Appartamento dedicato ai minori stranieri non accompagnati.
Molti di noi lavoravano da anni nel progetto di autonomia accompagnata, altri nella casa famiglia con i ragazzi più piccoli, ma l’esperienza del Gruppo Appartamento era nelle nostre menti ancora solo teoria, normative e articoli di settore.

Mi sono trasferita ad Itaca a metà settembre e… due giorni dopo sono arrivati i primi due ragazzi, i più piccolini del gruppo che si sarebbe formato di lì a breve.
Abbiamo iniziato a pensare a come impostare la vita con i ragazzi, abbiamo definito regolamenti, buone norme da seguire per rispettarsi gli uni con gli altri, abbiamo organizzato gli orari della giornata, impostato gli schemi dei progetti educativi.

Il 25 settembre è arrivato il resto della truppa.

E così, nel giro di pochi giorni, Itaca si è popolata di ben 7 ragazzi tra i 13 e i 15 anni, tutti di nazionalità egiziana (non per scelta ma perché i ragazzi che avevano bisogno di accoglienza arrivavano tutti dall’Egitto).

Così abbiamo iniziato questa avventura con grande entusiasmo anche se un po’ spaventati da questi 7 ragazzetti, un po’ impauriti, un po’ strafottenti, ma con una cosa in comune: nessuno di loro parlava italiano!

Così dopo una settimana di segni e disegni è arrivato il nostro operatore di lingua araba e subito per loro è iniziata la scuola media.
Sì! Lanciati nel mondo! Tutte le mattine si sono svegliati, preparati e sono andati a scuola in autobus dove, insieme ad Ayman, hanno cominciato a studiare l’italiano e per alcuni è iniziato un vero e proprio corso di alfabetizzazione.
La scuola ci ha dato una sala dove i ragazzi hanno potuto studiare e alcune insegnanti, con un cuore enorme, hanno iniziato a darci una mano.

Così a gennaio sono iniziati i primi movimenti!
Alcuni dei nostri ragazzi sono stati inseriti in terza media, altri nei corsi del CPIA (Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti) e per i più piccoli c’è ancora tempo, potranno frequentare la terza media l’anno prossimo.

Con il passare dei mesi siamo riusciti a costruire una preziosa rete di volontari che si sono impegnati senza riserve nella preparazione dei ragazzi.

Ad aprile l’obiettivo era: “Licenza Media!”. I ragazzi erano entusiasti, sicuri di farcela!
Abbiamo iniziato a presentargli esempi di esami precedenti, prove Invalsi… dovranno prepararsi anche su una seconda lingua!

I ragazzi del CPIA hanno iniziato a preparare discorsi articolati sull’inquinamento, sul sistema digerente… in casa è cominciata ad aleggiare una sorta di paura.
Hanno iniziato a temere di non farcela, di non riuscire in questa impresa, di non imparare l’italiano, e hanno cominciato a sentire la fatica dell’affrontare un paese completamente sconosciuto e differente dal loro.

Noi tutti, educatori, operatori e volontari li abbiamo sostenuti e incoraggiati tutti giorni, abbiamo cercato strumenti efficaci per il loro apprendimento e loro, come risposta ai nostri sforzi, ci hanno ripagato impegnandosi ancora di più! Hanno studiato mattina e sera, alla fermata del bus, dopo pranzo, tutto il pomeriggio, dopo cena.

La data degli esami era ormai vicina.
Come cuccioli impauriti da un grande temporale ci cercavano per ripetere, per domandare, per sfogare un po’ quel macigno di paura che si posa sullo stomaco e sembra portarti giù con lui.
Così, più gli esami si avvicinavano più abbiamo cercato di esorcizzare il tutto. Il nuovo mantra era “Andrà bene! Perché qualunque sia il risultato voi avete dato il massimo!”

I primi ad affrontare gli esami sono stati i tre ragazzi che hanno frequentato il CPIA.
Due prove scritte e una prova orale.
Erano agitati, tremolanti, sembravano falene in una lanterna… e non solo loro!
Già! Ormai eravamo tutti in ansia, giravano messaggini per sapere come andava, a che punto erano, se avevano scritto qualcosa.

E poi abbiamo aspettato il rientro a casa dei nostri eroi! Perché quel giorno tali sono diventati per noi.

Come marines navigati sono rientrati a casa dicendo che avevano sostenuto l’orale ed erano stati promossi!
E così il primo gruppo è andato!

Ma il periodo di ansia per noi educatori non era finito.
Dovevamo superare un esame più complesso: due dei nostri ragazzi avrebbero affrontato l’esame di terza media come tutti i ragazzi italiani!
Dovevano sostenere le prove Invalsi e gli esami di lingua inglese e francese.

La tensione era alta.
Insieme ai volontari, che hanno dedicato anima e corpo alla preparazione di questi esami, abbiamo cercato di rassicurare i ragazzi cercando di alleggerire il carico di ansia. E loro non si sono fermati, sono stati come treni in corsa.
Sono arrivati in aiuto anche gli insegnanti (della scuola e non).
Anche gli altri ragazzi ci hanno dato una mano, li hanno lasciati studiare tranquilli, aiutando nelle faccende di casa e giocando insieme solo quando i due si concedevano qualche minuto di distrazione.
Tutti uniti per un’unica impresa!

Così, abbiamo iniziato… praticamente una settimana di passione: scrivere una lettera, ripetere la mappa concettuale, studiare l’argomento che mancava…

Ovviamente ora, a ripensarci, è tutto molto buffo ma la tensione di quei giorni è stata difficile da gestire sia per i ragazzi che per noi adulti. Ma… ce l’abbiamo fatta!

Sì, ce l’hanno fatta! Tutti!
In soli 10 mesi hanno imparato la lingua italiana, hanno imparato a scrivere, cinque di loro hanno preso la licenza media e i due piccolini sono stati inseriti nelle classi.

Grazie a tutti coloro che hanno condiviso questo percorso con noi contribuendo al raggiungimento di questi importati obiettivi!

Stefania